Storia


Storia della Biblioteca Universitaria di Cagliari.

Durante il regno di Carlo Emanuele III di Savoia, grazie all’ impulso del conte Giovanni Battista Lorenzo Bogino, ministro per gli Affari generali per la Sardegna, nel 1764 venne promulgato un importante atto di restaurazione dell’Università di Cagliari: le Costituzioni di sua Maestà per l’Università degli studi di Cagliari. Tale provvedimento mirava a rafforzare e riqualificare l’intero Ateneo, che, istituito nel secolo XVII sotto la dominazione spagnola, aveva perso di prestigio impoverendosi sia dal punto di vista didattico che culturale. Con le nuove Costituzioni, il Sovrano sabaudo dotò l’Università di una nuova ed aggiornata organizzazione ed istituì, per la prima volta una biblioteca pubblica alla quale venne destinata un’apposita sala all’interno della nuova sede universitaria. Quest’ultima progettata dall’architetto militare piemontese Belgrano di Famolasco, fu costruita sul Bastione del Balice e inaugurata alla fine del 1769. La sala destinata alla Biblioteca, chiamata comunemente Sala Grande, venne corredata di scaffalature posizionate lungo tutto il perimetro murario ed a piena altezza, destinate ad accogliere … “i migliori libri in ogni facoltà, onde si gli studenti, che altri sieno in caso all’opportunità di farvi corso”. Il titolo XXVII delle Costituzioni stabiliva che, oltre agli acquisti disposti dal Magistrato sopra gli studi, tutti i tipografi del Regno dovessero depositare una copia di ogni libro stampato. Inoltre, era richiesto ai professori di consegnare una copia dei propri scritti al termine dei loro corsi. Alla formazione del nucleo iniziale concorsero sin da subito due importanti donazioni: una da parte dello stesso re Carlo Emanuele III, che offrì libri tratti dalla sua biblioteca privata, e l’altra dal ministro Bogino che parimenti regalò gran parte della sua raccolta personale. Sempre su iniziativa del Bogino, nel 1770 fu impiantata nei sotterranei del palazzo universitario, la Stamperia Reale di Cagliari.

Nel 1773, in seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù decisa da Papa Clemente XIV, i fondi librari dei collegi gesuitici cittadini furono trasferiti alla nascente biblioteca. Un apporto importante venne dal Collegio di Santa Croce, che cedette una preziosa raccolta di libri a stampa e manoscritti appartenuti al giurista Monserrato Rossellò. La Biblioteca Universitaria fu ufficialmente inaugurata nel 1785 e dotata di un primo regolamento a cura di Giacinto Hintz, docente di Sacra Scrittura, e primo direttore dell’istituto. L’apertura al pubblico avvenne solo nel 1792.

Ai primi fondi si aggiunsero successivamente altre raccolte, provenienti da donazioni di privati come Ludovico Baylle, Giovanni Spano, Giuseppe Todde, Gavino Scano e altri. Un ulteriore incremento del patrimonio librario si ebbe nel 1866 in seguito all’emanazione del Regio Decreto n. 3036 del 7 luglio, che sancì la soppressione delle corporazioni religiose. Questo permise l’acquisizione dei fondi librari dei conventi cagliaritani degli Scolopi, dei Mercedari, dei Carmelitani e dei Domenicani.

La Biblioteca Universitaria di Cagliari da un iniziale nucleo di circa 8.000 volumi, ha progressivamente ampliato il proprio patrimonio fino a superare oggi i 650.000 volumi.

Nel dopoguerra, sotto la direzione di Nicola Valle, la biblioteca si arricchì di un fondo di grafica, con opere di incisori sardi, tra cui Felice Melis Marini. Nel 1948 fu istituito il Gabinetto delle Stampe, intitolato all’artista cagliaritana Anna Marongiu Pernis, scomparsa prematuramente. In seguito, per motivi organizzativi il Gabinetto, ospitato in un locale di fronte all’università, fu chiuso e il materiale trasferito all’interno della Biblioteca, dove è tuttora in attesa di una sistemazione adeguata.

Il patrimonio si è inoltre ampliato con l’ingresso di supporti moderni come microfilm, cd-rom e prodotti digitali.

Università e Biblioteca, dopo aver vissuto un lunghissimo periodo comune si separarono nel 1975 con l’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Nel corso degli anni il Ministero, e i relativi uffici centrali, hanno cambiato più volte denominazione: attualmente la Biblioteca universitaria è ufficio periferico del Ministero della Cultura (MiC) e continua a rappresentare una delle principali istituzioni culturali della Sardegna.