#speziefioripiante



Mirto, pini marittimi, aranci, oleandri, così come ginepro, pini silvestri, faggi e querce: i profumi e i colori del Mediterraneo, le essenze e le spezie che si incontrano sulle sue rive o sui sentieri appenninici, gli aromi di piante capaci di scatenare ricordi di viaggi passati sono al centro del nuovo capitolo della campagna digitale “Viaggio in Italia” proposta dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo attraverso le immagini della flora mediterranea provenienti dagli archivi e dalle biblioteche dello Stato.
Un itinerario particolare, fatto di preziose rappresentazioni di piante ornamentali, boschive, da frutto e floreali tratte da stampe e antichi erbari conservati nelle collezioni statali per dar vita sulla rete a un percorso attraverso gli elementi fondanti del paesaggio italiano: la macchia mediterranea, le colture fruttifere, il bosco appenninico e quello alpino.
Una narrazione che, con gli hashtag #viaggioinitalia e #paesaggioitaliano, si dipana lungo la rete dei canali digitali del Mibact per ritrovare gli odori e i colori delle diverse realtà del nostro Paese, capace di regalare in poche ore l’esperienza della brezza marina e quella dell’aria montana.
Una selezione delle immagini provenienti dalle ricche collezioni archivistiche e bibliotecarie del MiBACT è disponibile in questa pagina.


Pietro Andrea Mattioli (Siena 1501 – Trento 1577) medico e botanico, tradusse e commentò l’opera “De materia medica” del greco Dioscoride, autore del primo secolo dopo Cristo. Il titolo completo dell’opera è “Commentarii in sex libros Pedacii Dioscoridis Anabarzei de materia medica”. Il suo merito fu di realizzare l’opera medico-botanica più conosciuta e diffusa del Rinascimento, che vide circa sessanta edizioni in lingue diverse, compreso il ceco. Mattioli condusse un approfondito riesame dell’erbario medico di Dioscoride, già ampiamente commentato da altri autori. Lo ampliò sulla base delle conoscenze del tempo e integrò le circa seicento piante esaminate dall’autore greco, con altrettante varietà, tra cui quelle importate dai viaggi nelle Americhe e in Oriente. La Biblioteca possiede l’edizione del 1583, pubblicata a Venezia presso Felice Valgrisi, riccamente illustrata.